Caro Papa Francesco

Caro Papa Francesco,

Vorremmo farle una domanda.

Le cronache sono piene di notizie inerenti casi di abusi da parte di religiosi su giovani ragazzi. La pedofilia di tanto in tanto torna. News di casi risalenti non solo a 30, 40, 50 anni fa, o a molto più tempo addietro, ma anche  recenti.

Partendo dal presupposto che qualsiasi gruppo o consesso umano, sia esso un’associazione, un gruppo religioso, un movimento politico, non è altro che lo specchio della società e che, nel suo piccolo, ne riproduce pregi e difetti, con persone buone, caritatevoli, sensibili, colte, aperte al dialogo, all’altro, al diverso, ma anche persone meno buone, egoiste, interessate solo al loro personale tornaconto e senza alcun interesse per gli altri, non ci stupisce che anche nel mondo religioso tali dinamiche si ripetano. Siamo ben consci che anche nella chiesa cattolica ci siano religiosi votati all’aiuto ed all’ascolto degli altri, secondo lo spirito caritatevole cristiano, così come ci sono persone che possiamo definire pecore nere. Religiosi che hanno come scopo principale quello di fare carriera, di arrivare ai piani alti, di trarre maggior profitto da quella che dovrebbe essere un compito svolto per vocazione, per protendersi verso l’altro, verso chi ha più bisogno.

No, non ci stupisce, ma non è questo il punto.

Quello che ci stupisce è come sia possibile che oggi, all’inizio del terzo decennio del XXI secolo ed alla luce di quanto le cronache continuano a fare emergere, esista ancora nella chiesa romana ed apostolica una gerarchia rigida che pone i superiori di turno su di un livello inavvicinabile e che tra loro, e il popolo cristiano che frequenta la Chiesa, o che la vorrebbe frequentarla, si creino barriere di incomunicabilità o spesse, ed insormontabili, cortine.

Ecco, vede Papa Francesco, sono queste le barriere che dovrebbero abbattersi, i muri da distruggere. Quei muri che non consentono ai cristiani di dialogare direttamente con la chiesa, di comunicare i disagi, le cose che non vanno bene, e perché no, anche i casi di abusi sessuali. Quelli di pedofilia, ricorda Papa Francesco?