La giostra della memoria
La misura della mia età attuale, oltre allo specchio, me la danno i cambiamenti epocali che ho attraversato negli anni: dal telefono a manovella e centralino, al cellulare, all’iphone, dal pennino intinto nell’inchiostro, alla tastiera del computer, dalla ghiacciaia con blocco di ghiaccio sgocciolante al frigorifero con reparto surgelati, dalla striscia gialla appiccicaticcia che catturava le mosche agli spray, la lavatrice, la lavastoviglie, l’aspirapolvere, è stato via via un crescendo; dalla radio ad onde medie a quella di modulazione di frequenza, alla televisione analogica e digitale, dalla borsa della spesa di rafia alle buste ad impatto vegetale del supermercato.
La pasta, lo zucchero, venivano messi nei cartocci di carta blu che il negoziante modellava con le sue mani, la carne nella carta paglia gialla, frutta e verdura in quella di giornale, ognuno comprava solo quello che gli serviva giornalmente non potendo conservare cibi a lungo. Il latte si comprava con la propria bottiglia ogni giorno dalla lattaia ed io proprio andavo a comprarlo e mi vergognavo un po’ di fare la fila ma non c’era scelta.
Tutte queste cose così, come un fiume di memoria da non perdere mai, mi sono tornate in mente proprio il 4 ottobre quando con gli amici del “Convivio del Pensiero Critico” di Lanciano creato dall’Avv. Ersilia Caporale, salivo le scale della “Giostra della Memoria” di Angiolina Balduzzi nel centro cittadino di San Salvo.
In quella vecchia casa da lei ristrutturata con i suoi risparmi ed arredata con tutto quello che negli anni è riuscita a reperire, cioè tantissimo, della nostra tradizione abruzzese, c’è la storia della gente comune che gli eventi li vive di rimbalzo e spesso li subisce. C’è La storia delle arti e dei commerci, dell’economia, delle grandi trasformazioni sociali di chi si fa sconosciuto ed inconsapevole artefice. Ci sono le guerre, le conquiste, le scoperte e le invenzioni che cambiano il mondo.
Non si può ricostruire fino in fondo la grande storia senza conoscere anche queste tante storie minori che Angiolina ha realizzato magistralmente in stanze ed il tutto in un unico palazzo della memoria che può definirsi “la giostra della vita”.
Non si possono confondere i grandi eventi e le opere del passato senza vederli, toccarli con mano, senza ascoltare la voce di chi quelle cose le ha vissute, protagonisti e testimoni di cui i libri di testo non parlano.
Angiolina queste sue stanze le ha fatte “storie” sue perché le ha vissute oggetto per oggetto e le ha volute così perché sapientemente pensava di toccare l’animo del visitatore.
Vi confesso che ci si ritrova catapultati in un mondo che ci aiuta a capire i sentimenti e le afflizioni, la civiltà e la ricchezza della nostra identità culturale che oggi appare smarrita di fronte al solo desiderio, quello di Angiolina, di raccontarci verità e memorie del passato.
Solo quando la memoria è presente, si continua a vivere: senza memoria non c’è futuro, queste sono le sue parole.
Castel di Sangro 13 ottobre 2015
Maria Domenica Santucci
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